Il backlink audit (anche detto backlink analysis) è un’azione analitica e strategica che centra la sua attenzione sui link ricevuti da un sito, chiamati backlink (o più raramente inbound link).
È uno degli step dell’ottimizzazione SEO – uno dei principali e uno di quelli da eseguire all’inizio di un intervento di SEO audit -. L’audit viene eseguito per saggiare la qualità dei link in ingresso e per stilare il loro elenco completo (profilo backlink), utile a definire azioni migliorative e correttive.
Migliorando il profilo backlink di un sito si miglioreranno il posizionamento SEO e l’autorevolezza del sito per i motori di ricerca (nota come trust).

analisi dei backlink

Come detto, dalla qualità del profilo backlink dipende in larga misura l’autorevolezza del sito e i punteggi di autorità che la SEO, attraverso metriche apposite, attribuisce. In questo senso, il backlink audit non è solo un intervento diagnostico, ma uno strumento per trovare nuove opportunità per ampliare il profilo con altri link utili o per capire quali pagine del sito potrebbero essere ottimizzate per ricevere nuovi link. In questo modo, automaticamente, si riceverà più traffico organico, sebbene questo non sia un obiettivo diretto dell’audit.

L’obiettivo principale dell’analisi backlink è quello di rilevare i backlink dannosi per il sito: i link spam, per esempio, possono portare l’utente su pagine indesiderate o attivare allarmi sui sistemi di sicurezza del pc, facendoli allontanare dalla navigazione. La potatura di questi link dannosi porterà benefici al il sito e all’intero brand. Sullo stesso livello di analisi, si possono rilevare link perduti o con status code da correggere (come i famosi link 404), situazioni che sprecano le risorse che Google mette a disposizione per analizzare il sito.

Facendo un backlink audit si ottiene, così, un archivio storico dei link in ingresso, utile per azioni di analisi e correzione in futuro, ma anche in caso di perdita di dati, di passaggi di proprietà del sito (o cambio di agenzia SEO che lo segue), di analisi per definire la causa di perdite improvvise di traffico.

Quando fare un backlink audit

Un backlink audit può essere eseguito da un consulente SEO esperto o con uno dei vari tool backlink checker disponibili online:

Google Search Console: strumento nativo di Google, che permette in modo gratuito di rilevare il proprio profilo link e di avviare azioni correttive, anche se non è in grado di rilevare la tossicità dei link, azione che andrà fatta manualmente oppure attraverso altri tool a pagamento, come:
Semrush
Ahrefs
Majestic.

La decisione fra consulente o tool sta nella mole di link che ha il sito: un piccolo sito con pochi backlink non è uguale a un grande sito (per esempio un e-commerce o il sito di un brand noto) che nel tempo ha ricevuto migliaia di backlink. Le strategie e gli interventi da eseguire in questi due casi possono essere molto diversi, complessi e richiedere tempistiche molto lunghe.

Una volta acquisito il profilo backlink completo, l’analisi si avvia per sviluppare una strategia che risolva i problemi dati dai link dannosi e dia valore a quelli benefici. Ogni profilo, infatti, è costituito da link positivi e link negativi, a loro volta caratterizzati da attributi diversi: follow, nofollow, sponsored, user generated content, link da immagine, ecc. Ogni attributo ha un valore diverso, sia che sia su un link positivo che negativo.

Google oggi è capace di distinguere e non dare valore ai link spam negativi, per cui averne una certa quantità è fisiologico e non occorre necessariamente correggere e farli rimuovere, ma un numero eccessivo di link spam può rendere deficitaria l’esperienza sul sito e rendere tossico il profilo backlink, abbassando il trust generale dell’intero sito. In questa fase occorrerà anche stimare se un numero alto di backlink spam dipende da azioni di SEO negativa attivate da parte di competitor (informazione che nessun tool può ad oggi fornire, ma solo un consulente SEO esperto).

In fase di analisi, ci si deve anche chiedere se la frequenza con cui i backlink vengono acquisiti è coerente con la “vita” del sito: ci sono troppi link per un sito che non si aggiorna mai o non ha valore per l’utente? Oppure, come può essere migliorata un’acquisizione troppo lenta per un sito/brand che sta nascendo e ha necessità di incrementare la sua notorietà?
Per lo stesso motivo, si devono comprendere e monitorare i link provenienti dai social o da Google My Business, per impostare azioni strategiche e di marketing sul controllo del brand.

Il backlink audit si fa, infine, analizzando il numero totale di domini di riferimento: Google è capace di rilevare se i link provengono sempre dallo stesso sito (appunto, Dominio di Riferimento) o se da un pool di siti diversificati. La strategia più equilibrata è quella della diversificazione, per cui un audit può rilevare se il numero di domini di riferimento è naturale e valido strategicamente, evitando di acquisire backlink sempre dalla stessa fonte.

Backlink analysis: i backlink positivi

L’audit dei backlink serve a rilevare tutti quei backlink che sono utili all’autorevolezza e alla navigabilità del sito. L’analisi esperta serve a valutare la pertinenza dei link con le pagine verso cui sono diretti, con il topic principale del sito e con il mercato di riferimento entro cui opera. Non serve, infatti, avere un link che proviene da un sito di bricolage se si possiede un sito di uno studio dentistico.

Per ogni link occorre chiedersi: proviene da una fonte autorevole? Da testate giornalistiche note sul territorio e presenti online da molti anni, da firme riconosciute come esperte, da altri siti che si occupano dello stesso argomento/settore e che quindi sono autorevoli sull’argomento? Questi sono da considerarsi i link migliori, i cosiddetti link verticali e di buona qualità, cui puntare nell’acquisizione.

Non è poi da sottovalutare l’analisi dell’anchor text, la sezione di testo entro cui viene inserito il link verso il nostro sito. Negli anni ha assunto un’importanza sempre maggiore, tanto che la prassi di alcuni anni fa di linkare sempre dal nome del brand o parole poco utili alla SEO come “clicca qui”, è caduta in disuso. Oggi gli anchor text devono essere variegati e naturali, con keyword che siano sia transazionali/branded che informative: infatti, le query online riguardano entrambe le tipologie di ricerca e i link contestualizzati solo entro una linea ancorativa, possono apparire innaturali per il motore di ricerca e far perdere opportunità di click da parte di utenti con intenti differenti.

Backlink analysis: i backlink dannosi

Ogni azione di ottimizzazione SEO onsite e offpage potrebbe essere resa vana da un profilo backlink negativo, spammoso, lesivo o che non supporti adeguatamente il sito e le sue pagine, motivo per cui l’analisi backlink va fatta periodicamente.

Sebbene le azioni di black SEO da parte di competitor sono sempre più rare perché poco efficaci, non sono del tutto da escludere e può accadere, all’improvviso, di ricevere migliaia di link spam. L’algoritmo Google
Penguin 4.0 è però capace di capire la tossicità dei link, per cui può riconoscere queste attività negative e non dare valore ai link spam. Tuttavia, i crawler di Google non scansionano i siti ogni giorno, per cui, nel frattempo, se un’analisi backlink ha rilevato un alto numero di link spam, possono essere avviate azioni correttive.

Se viene rilevato un alto numero di backlink tossici, le azioni da eseguire sono principalmente due: contattare i proprietari dei siti da cui partono questi link, oppure richiedere al tool webmaster di Google un
disavow (passaggio obbligatorio quando non è possibile risalire al proprietario del sito che linka spam –che potrebbe essere uno spambot- o non si ha ricevuto risposta dopo l’invio di mail con richiesta di rimozione). Non si potranno mai rimuovere tutti, ma, come detto, una certa quantità è tollerata e non ha influenza negativa.

Altra situazione di controllo dei backlink che potrebbero avere un impatto negativo, è
evitare penalizzazioni manuali da parte del motore di ricerca in seguito ad azioni negative di triangolazione di scambio link, di pagine duplicate con all’interno link per moltiplicarne il numero, di acquisizioni manipolate e reciproche di link senza rilevanza e connessione logica. Sono tutte azioni oggi poco efficaci e quindi poco usate, ma potrebbe capitare di avere link ottenuti così in passato e mai rimossi.

Backlink audit dei competitor

Il backlink audit è utile anche nell’analisi dei competitor: quali e quanti backlink hanno ricevuto nel tempo i competitor? Come influenzano il loro posizionamento e il loro traffico? Quali errori hanno fatto e come evitare di replicarli? Quale strategia da loro adottata è risultata vincente e come replicarla? Quali sono le pagine che raccolgono il maggior numero di backlink e perché?
Ponendosi queste utili domande nel momento in cui si acquisisce il profilo backlink di un competitor, si può impostare una vera e propria strategia di replica del profilo (anzi, dei suoi link migliori): i siti che hanno linkato il competitor potrebbero linkare anche il nostro sito, per un’acquisizione link mirata e da raggiungere in breve tempo.

Consulenza per backlink audit

Il backlink audit è una delle analisi più importanti da richiedere al consulente SEO, quella da cui partiranno molte azioni correttive e migliorative future. È un’analisi strategica che non serve per rilevare un mero elenco di backlink (cosa che, come visto, si può ottenere con qualsiasi tool gratuito e non), ma per disporre dell’esperienza del consulente nella risoluzione professionale di eventuali penalizzazioni e per impostare diversi livelli di sicurezza per evitare altre azioni future di negative SEO o spam linking.

Un consulente che ha eseguito un backlink audit ha a disposizione uno strumento molto potente da connettere con gli altri obiettivi generali di posizionamento: per esempio, può analizzare se il numero dei backlink è in linea con quanto pubblicato e con la strategia marketing che si vuole portare avanti. Se il brand è appena approdato sul mercato, occorre chiedersi se un numero eccessivo di backlink sia recepito come innaturale dal motore di ricerca; d’altro canto, per farsi conoscere in un mercato nuovo, non è nemmeno positivo non avere alcun backlink – e qui l’esperienza del consulente sarà cruciale.

Fra le attività esterne connesse al backlink audit, c’è, infatti, la
strategia di link building (da eseguire in linea con le linee guida di Google) di acquisizione backlink: link building che, se curata con attenzione da un consulente esperto, permette la costruzione mirata di un profilo backlink autorevole, efficace e in linea con le risorse che si hanno a disposizione.